Orvieto: Campo della Fiera. La scoperta del santuario federale degli Etruschi

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Alla fine dell’Ottocento furono recuperati ad Orvieto, in località Campo della Fiera (figura 1), splendidi oggetti in terracotta subito venduti al Museo di Berlino, che indicavano la presenza di un’importante area sacra. La scarsa documentazione rimasta degli scavi poneva tuttavia problemi circa l’esatta ubicazione del sito.

Nuove ricerche, condotte dal 2000 dall’Università di Macerata e proseguite dall’Università di Perugia, hanno messo in luce uno straordinario complesso santuariale che, estendendosi su una superficie di oltre cinque ettari,  attraversa 2000 anni di storia, dal VI sec. a.C. sino alla Peste Nera del 1348. 

All’interno di un recinto che chiudeva uno spazio sacralizzato sono emersi un tempietto ristrutturato nel corso dei secoli, anche all’epoca dell’imperatore Augusto, pozzi, depositi di ex-voto, un donario che sorreggeva statue di bronzo (figura 2) e un altare monolitico in tufo. Il culto in epoca romana perdurò soltanto in questo settore: lo dimostrano, tra gli altri, un thesaurus con più di duecento monete di bronzo e argento e un ritratto marmoreo della media età imperiale (figura 3). 

Il santuario è attraversato da un’imponente Via Sacra, fiancheggiata da basi per altari e per statue, che soltanto nella metà orientale reca tracce del passaggio – non frequente – di carri. I solchi si arrestano davanti a un grande tempio (figura 4): la funzione della Via appare essere legata a processioni di carattere religioso e celebrativo.

Dopo l’abbandono del tempio, seguito ai violenti scontri con Roma che precedettero la conquista finale (264 a.C.), sulle strutture vennero deposti doni di facoltosi fedeli, una grandissima quantità di frammenti di prestigiosi vasi attici e, sul pavimento esterno, lamine bronzee di un carro da parata.

La strada sale verso un terzo tempio e altri monumentali edifici etruschi che dominavano l’area sottostante. All’estremità opposta del percorso rituale i Romani costruirono un impianto termale (figura 5), connesso ad una vicina residenza. Quest’ultima fu trasformata, tra V e VI sec. d.C., in luogo di culto cristiano, con un’aula pavimentata a mosaico.

Il complesso fornì poi robuste fondazioni alla chiesa di San Pietro in vetere (figura 6), unica Pieve esistente nei pressi di quel ponte ove avvenne l’incontro tra il Pontefice e il Corporale insanguinato portato da Bolsena, uno dei miracoli fondanti del credo cristiano.

Tutti gli elementi raccolti - ampiezza dell’area sacra, tempi di frequentazione, ricchezza dei ritrovamenti - convergono nell’indicare il sito quale sede dell’antico Fanum Voltumnae, il santuario federale degli Etruschi ove periodicamente si riunivano - come narra Tito Livio - i rappresentanti delle dodici maggiori città tirreniche per prendere decisioni in comune.

Simonetta Stopponi - Marco Cruciani