Il municipio romano di Ruscino
print this pageIl municipio romano di Ruscino, oggi Château-Rossillon / Castell Rosselló nel comune di Perpignan, occupa una terrazza plesitocenica lungo il percorso della via Domitiache univa l’Italia con la Penisola Iberica (figure 1-2). I primi scavi documentati effettuati sul sito, che presenta tracce di frequentazione sin dal neolitico, rimontano al XVIII secolo ad opera di Guillaume de Bon. L’inizio di indagini archeologiche sistematiche risale agli interventi di Fr.-P. Thiers che a partire dal 1909 ha indagato parte del foro e a H. Aragon. Tra il 1946 e il 1968 G. Claustres ha effettuato vari saggi in diversi settori dell’antico abitato. Nel 1973 gli scavi sono stati ripresi da G. Barruol e proseguiti a partire dal 1980 sotto la direzione di R. Marichal. Dal 2009 l’Università di Macerata, sotto la direzione di G. Baratta, partecipa agli scavi dell’area sotto la tutela del Centre Archéologique Rémy Marichal diretto da I. Rébé.
Le strutture e i materiali rinvenuti (figure 3 e 4) consentono di definire per l’abitato di epoca romana un arco cronologico compreso tra la metà del I secolo a.C. e la seconda metà del I secolo d.C. Allo stato attuale nel settore sud-ovest dell’abitato è stata quasi interamente portata alla luce (figura 3) una grande struttura porticata (49.65 m x 58,20 m) con annessi un edificio a tre navate ed un più piccolo vano rialzato (figura 1). Realizzato tra il 20 a.C. e il 5 d.C. in una zona occupata da case tardo-repubblicane questo insieme viene tradizionalmente interpretato come foro corredato da una basilica ed una piccola curia, ma sulla sua reale natura è in corso un vivace dibattito scientifico. Da qui provengono oltre a resti architettonici anche numerosissimi frammenti di iscrizioni (figura 5) in marmo di Chemtou, attualmente in corso di studio da parte del prof. M. Mayer i Olivé dell’Universitat de Barcelona. Si tratta di alcune decine di dediche a membri della famiglia imperiale giulio-claudia verosimilmente pertinenti ad un augusteum. Gli scavi condotti nell’area nord-est hanno consentito di scoprire un quartiere a vocazione abitativa (figure 1-2) con due fasi cronologiche ben distinte, la prima di epoca cesariana n parte cancellata da quella successiva che prende l’avvio verso il 20 a.C. Sono stati messi in luce tratti della viabilità interna del sito, almeno due domus del tipo ad atrio e peristilio, una delle quali insiste su un precedente impianto termale della metà del I secolo a.C., abitazioni di natura più modesta ed una struttura caratterizzata dalla presenza di una serie di vasche interpretata come fullonica. I materiali recuperati nelle case e i frammenti di pittura parietale, riconducibili al II e III stile pompeiano indicano una cronologia che non va oltre la seconda metà del I secolo d.C. Un secondo impianto termale è parzialmente conservato nell’attuale proprietà Mas Ramon. Sulle pendici orientali della terrazza su cui sorge il municipio è stato localizzato il teatro in una posizione dominante la via di accesso all’abitato lungo la quale sono state identificate anche alcune sepolture. Tutti gli edifici scavati a Ruscino risultano conservati quasi esclusivamente al livello delle fondazioni che spesso sono spoliate. Lo stato di conservazione dei materiali archeologici rivela una distruzione violenta e sistematica del sito nella seconda metà del I secolo d.C.
Giulia Baratta