I rapporti internazionali e la didattica sul campo
print this pageLe ricerche di antichistica condotte nell’ambito delle scuole epigrafica ed archeologica dell’Ateneo maceratese sia per l’impostazione ad esse data dai padri fondatori, sia per la necessità di istituire un rapporto diretto con il territorio che le ospita, hanno assunto, tra l’altro, due elementi significativamente distintivi: l’internazionalizzazione, ed il coinvolgimento attivo degli studenti, alle campagne di scavo.
L’attività all’estero implica infatti necessariamente la collaborazione sia con le istituzioni straniere che regolano amministrativamente le attività di ricerca archeologica -come ad esempio in Italia le Soprintendenze-, sia con gli istituti di ricerca locali e, prima di tutto, con le Università. È dunque anche a partire da questa vocazione che, oltre alle numerose collaborazioni funzionali alla realizzazione delle singole ricerche citate, sono state instaurate convenzioni con atenei stranieri che prevedono lo scambio di docenti e di studenti e la loro partecipazione alle missioni di scavo.
Sulla base di un accordo firmato nel 2005 con l’Università di Gjirokaster, in Albania, non solo gli studenti di questo Ateneo partecipano alle ricerche nel sito di Hadrianopolis e nella valle del Drino, ma in collaborazione sono stati realizzati due corsi magistrali in “Archeologia e Gestione del patrimonio archeologico” (figura 1). Il rapporto con tale Università è molto stretto anche da punto di vista operativo, ospitando dal 2014 i magazzini degli scavi ed il laboratorio dove vengono restaurati i reperti.
Una collaborazione con l’Università di Oxford, nello specifico con il Lincoln College, avviata nel 2008 e che si è realizzata anche nell’allestimento di una Mostra fotografica (figura 2) invece consente annualmente a due studenti maceratesi di fare ricerca per un mese nelle ricche biblioteche del prestigioso Ateneo mentre due studenti provenienti dall’Università inglese partecipano agli scavi di Urbs Salvia o di Hadrianopolis. Ultima una convenzione con l’Università di Tirana, firmata nel 2014, si incentra fondamentalmente sullo scambio di docenti per la realizzazione di corsi d’eccellenza nel campo dell’archeologia, dell’epigrafia e non solo.
Ma è la partecipazione alle missioni, in Italia e all’estero, che dal punto di vista formativo segna la carriera universitaria degli studenti di Archeologia ed Epigrafia. Una partecipazione (figura 3) fatta di sveglie prima dell’alba, di lavoro in cantiere con strumenti “leggeri”, ma anche piccone, pala e carriola per apprendere i metodi dello scavo archeologico di pratica nel rilievo (figura 4) e nel restauro. I pomeriggi sono dedicati alle attività nei laboratori e nel magazzino dove i reperti vengono lavati, organizzati scientificamente, siglati e conservati, tutte attività tutte propedeutiche alla ricerca scientifica, che spesso viene realizzata nell’ambito di tesi di laurea. Lavorare, in particolare all’estero, collaborando con le équipe straniere che insieme alle nostra partecipano alle missioni, è certamente un’esperienza unica che aiuta ad imparare a vivere insieme ed conoscere, dialogando, modi di vivere molto diversi dai nostri (figura 5) e può rivelarsi una preziosa esperienza di crescita personale, soprattutto se alla fine di una settimana di lavoro non si rinuncia all’opportunità di una gita alla scoperta di paesi affascinanti (figura 6).
Roberto Perna