Ricerche archeologiche a Gortina di Creta dal 2002

print this page

Dal 2002 l’attività dell’Università di Macerata a Gortina di Creta, diretta dalla Prof.ssa G.M. Fabrini fino al2012, incollaborazione con la Scuola Archeologica Italiana di Atene, si è concentrata nella prosecuzione del lavoro avviato dal Prof. A. Di Vita, ponendo attenzione all’area del quartiere delle Case bizantine (figura 1) a Ovest del Pretorio, prima completando lo studio dei materiali provenienti dagli scavi 1983-1991 (figura 2) e quindi con lo scavo che ha interessato il c.d. Edificio Sud.

La zona sud del Quartiere è infatti in gran parte occupata da tale Edificio, collocato presso un importante incrocio stradale precedentemente occupato da un’altra struttura della quale è stato individuato solo un muro associato a materiali databili nel II sec. d.C. (figura 3).

 

L’Edificio, realizzato alla fine del IV sec. d.C. forse nell’ambito della riorganizzazione monumentale della città successiva al terremoto “mediterraneo” del 365 d.C, si affaccia con un prospetto a blocchi sulla Strada Ovest. Per le dimensioni, per la planimetria, per la sua posizione topografica e la tecnica edilizia può qualificarsi a destinazione pub-blica, ma di esso non si conosce la funzione (figura 4).

La soglia di ingresso era costituita da una cornice marmorea ed immetteva in un vestibolo (52a e 52b), da cui si articolano gli ambienti, simmetrici rispetto ad un ampio vano centrale (53). Alle estremità del vestibolo, sui lati brevi, si disponevano due vani quadrangolari (52 e 59), di fronte, due ampie sale (51 e 58) affiancavano ed immettevano nell’aula centrale. Un ambiente (50) fu poi aggiunto a Nord-Ovest.

Successivamente ad un terremoto, collocabile intorno al 618-620 d.C., si notano le tracce dell’avvio della destrutturazione e rifunzionalizzazione dell’Edificio e delle aree circostanti. Il primo perde la sua funzione originaria: l’ambiente centrale diventa una sorta di cortile scoperto che ospita una vaschetta di fontana riutilizzata come abbeveratoio, una piccola mangiatoia ed una tettoia in legno.

I corridoi a Nord e ad Ovest perdono la funzione di passaggio fra la strada Ovest ed il quartiere del Pithyon, occupati anche da una tomba a casson (figura 5) e dalla costruzione di almeno due ambienti (Vani 47 e 47a), forse legati ad attività artigianali o botteghe. Sembra dunque che dopo il terremoto il sistema urbano mantenne la sua funzionalità, le macerie infatti vengono ancora smaltite.

Successivamente ad un terremoto collocabile cronologicamente nel 670 d.C. l’Edificio fu utilizzato invece per lo scarico di materiali che provenivano dalla distruzione degli edifici dell’area contigua, tra questi significativa è la presenza di ceramica bizantina sovradipinta (figura 6), produzione di lusso fabbricata a Gortina dalla fine del VI-inizi VII secolo, sino alla fine dell’VIII sec. d.C., che sostituisce le più importanti produzioni fini da mensa di importazione. Dopo tale distruzione l’Edificio viene disarticolato in piccole unità abitative, ma la frequentazione dell’area, continuò ancora con certezza nell’VIII sec. d.C. documentata da materiale di qualità, tracce della presenza ancora di una élite in questa zona che usava, tra l’altro, ceramica sovradipinta, e invetriata che veniva dall’oriente: Saraçhane e Glazed Ware. 

Roberto Perna