La carta archeologica della valle del Drino: nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione

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Uno degli obiettivi della missione archeologica dell’Università di Macerata e dell’Istituto archeologico di Tirana in Albania, in collaborazione con la Direzione Regionale dei Monumenti di Cultura di Gjirokaster, è stato quello di realizzare una carta archeologica del territorio della valle del Drino con una duplice finalità: da un lato quella di inserire gli studi in corso sulla città di Hadrianopolis in un più complesso ed integrato quadro di natura storica e topografica di carattere territoriale, dall’altro quella di elaborare e fornire alle autorità albanesi uno strumento utile per la tutela e la gestione del territorio.

Per realizzare tale fondamentale strumento di studio e gestione sono state realizzate ricognizioni archeologiche (figura 1) su tutta la valle, che hanno consentito di documentare in maniera scientifica siti già noti o, più spesso, individuati per la prima volta e ignoti alla bibliografia. Di questi è stata elaborata una documentazione grafica con particolare attenzione alle piante ed agli elevati dei singoli monumenti (figura 2), che sono stati georeferenziati tramite rilievo satellitare GPS.

Di particolare interesse l’applicazione di metodologie innovative e sperimentali finalizzate alla realizzazione di rilievi fotogrammetrici tramite l’utilizzo di droni a controllo remoto, non solo per il sito di Hadrianopolis (Sofratikë), ma anche in quelli di Antigonea, Jergucat e Frashtan (figura 5), gli ultimi due in particolare, villaggi fortificati individuati per la prima volta grazie alle recenti ricognizioni. Tutti i dati sono andati ad implementare la banca dati georeferenziata già realizzata a partire dal 2005 e gestita tramite sistemi informativi geografici (GIS) affinché possano progressivamente essere restituiti in forma cartografica adeguata. Tra i risultati più significati l’individuazione di un modello insediativo, riferibile ad una fase collocabile tra V e IV sec. a.C. organizzato sulla base di villaggi fortificati (figura 3), legati in particolare alla transumanza ed al controllo dei pascoli montani. Gli elementi desumibili dalle indagini di carattere territoriale sembrano quindi delineare un quadro che in età ellenistica vede prediligere l’occupazione delle aree in posizione più elevata, facilmente difendibili e legate al controllo dei percorsi di collegamento tra la valle del Drino e le vallate circostanti. Si tratta spesso di fortificazioni di ridotte dimensioni, in alcuni casi con un abitato in prossimità, che aiutavano a controllare il territorio quando questo era amministrato da Antigonea (figura 4), capitale dinastica fondata da Pirro. In età romana l’insediamento tende a stabilizzarsi lungo la valle sulla base di un modello probabilmente a carattere vicanico che tende comunque a rafforzare un processo già avviato alla fine dell’età ellenistica. La nascita del sito urbano di Hadrianopolis sembra quindi sia collegato ad una fondazione che all’inizio del II sec. d.C. può forse avere riorganizzato uno di questi insediamenti con l’intento utilizzare e potenziarne il ruolo di centro di servizio di carattere politico, economico e sociale. Gli scavi presso Hadrianopolis sembrano documentare una destrutturazione dell’impianto urbano nel corso del VII sec. d.C., le scelte insediative tornano a privilegiare le aree più lontane dai fondovalle, in zone collinari, montane e pedemontane, più facilmente difendibili (figura 5).

Roberto Perna