Archeologia, topografia e culti romani in Croazia
print this pageLa ricerca, avviata alla fine degli anni 2000, fa parte di un progetto di collaborazione scientifica fra la cattedra di Archeologia delle Province romane della ex Facoltà di Beni Culturali, la Soprintendenza Archeologica di Spalato ed il Museo Archeologico di Trogir, elaborato nel quadro di un protocollo d’intesa tra le Università degli Studi di Macerata e di Split. Essa mira ad una sistematica ricognizione archeologica di una ristretta fascia costiera del territorio croato - anticamente nota come penisola Illide, compresa tra il Golfo di Morigno a Nord e il Golfo di Kastela a Sud - al fine di raccogliere, documentare e studiare tutte le testimonianze archeologiche superstiti sul territorio, dalla pre-protostoria fino all’età tardoantica. All’unità di ricerca Maceratese è stato assegnato il compito specifico di illustrare gli aspetti storico-archeologici relativi a siti, monumenti e reperti di epoca romana.
In questo ambito la ricerca ha già prodotto come primo e più rilevante risultato scientifico l’identificazione topografica del Castellum Tariotarum citato da Plinio il Vecchio (Nat. hist. III,141), situato su un’altura dominante il golfo di Grebaštica, attestato da un’area di massicce rovine murarie (figure 1), disseminate di reperti ceramici di epoca ellenistica e romana (figura 2). E’ stato inoltre possibile pervenire ad una puntuale delimitazione geografica del territorio dei Tarioti, sulla scorta di due preziose iscrizioni rupestri a caratteri cubitali (figure 3-4), fatte apporre dal legato Publio Cornelio Dolabella al tempo dell’imperatore Tiberio.
Altro obiettivo del protocollo d’intesa interuniversitario tra Macerata e Spalato è la collaborazione comune nella valorizzazione del patrimonio archeologico dell’antica colonia di Pharos, corrispondente all’odierna isola di Huar, anche nella prospettiva della creazione della macroregione adratico-ionica, che prevede strategie comuni per la circolazione delle merci e delle persone, per la salvaguardia della qualità ambientale e del turismo sostenibile.
La ricerca ha preso avvio dalla sistematica ricognizione della bibliografia storica e delle fonti antiche disponibili, sia letterarie che epigrafiche, per poi affrontare lo studio di problematiche riguardanti l’inquadramento storico-artistico della vasta produzione scultorea di epoca romana, di natura sia religiosa (figura 5) che funeraria (figura 6). Sotto il profilo religioso lo studio ha rivelato – cosa affatto sorprendente - una notevole diffusione e radicamento tra le popolazioni dalmate del territorio croato del culto di divinità legate al mondo della natura, della salute e della pastorizia, quali Silvano, Esculapio e Diana.
I primi risultati scientifici di questa ricerca, ancorché in corso, sono stati presentati nel corso di convegni nazionali ed internazionali ed editi in referenziate riviste italiane e croate.
Enzo Catani