Storia ed epigrafia in Dalmazia

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Si tratta di un progetto di ricerca che vede coinvolti il Prof. Emilio Marin, già Direttore del Museo Archeologico di Spalato ed ora docente dell’Università Cattolica di Zagabria, il Prof. Marc Mayer della Università di Barcellona, il prof. Gianfranco Paci dell’Università di Macerata e la Prof. Isabel Rodà dell’Università Autonoma di Barcellona. Il progetto di ricerca si è proposto due obiettivi: 1) l’edizione scientifica delle iscrizioni della città romana di Narona (figura 1); 2 ) L’edizione delle epigrafi di Salona recuperate durante un recente scavo in un sito della città che prende il nome di Hortus Metrodori.

 

    

Narona (oggi Vid, presso Metković) è una città della Dalmazia meridionale. Dapprima (IV-III sec. a.C.) è un punto di incontro tra abitanti del luogo e mercanti greci che vi giungono per approvvigionarsi dei metalli provenienti dalle miniere della Bosnia. Verso la metà del I sec. vi si registra una vivace ed attiva presenza di mercanti romani e italici, i quali promuovono lo sviluppo dell’abitato, rafforzandone anche la cinta muraria (figura 2). Con Augusto poi la città diventa una colonia. Alla fase iniziale di vita della colonia appartiene precisamente l’Augusteo (figure 3-5), vale a dire il Tempio del culto imperiale, che fu scoperto nel 1995 – e cosa del tutto straordinaria – con tutto l’addobbo di statue dei personaggi della casa imperiale all’interno. Si è trattato della scoperta più importante dell’archeologia della Croazia in questi anni, che d’altra parte – grazie anche all’allestimento di varie mostre (a Tarragona, Cambridge, Roma, Parigi) - ha avuto una ricaduta d’interesse in tutto il mondo scientifico. La città di Narona ha restituito una messe imponente di epigrafi romane, che si distribuiscono in tutto l’arco della sua vita e ci forniscono importanti informazioni sulla storia e sull’organizzazione della stessa: culti, sacerdoti, sacerdoti del culto imperiale, mestieri, personaggi di vari ceti, imperatori e personaggi della casa imperiale, magistrati cittadini e governatori provinciali, soldati. Particolarmente interessante la presenza di militari, dovuta alla installazione di un vero e proprio campo militare nella parte settentrionale del territorio.  

Una buona parte delle epigrafi di Narona è oggi conservata nel Museo della città, di nuova costruzione. Una parte fu raccolta nella prima metà dell’Ottocento da Bartolomeo Ereš, parroco di Vid, che ne adornò la propria casa (fig. 6), facendone una specie di Museo “en plein air”, molte sono murate nelle case private degli abitanti di Vid, per essere state usate in passato come materiale da costruzione, infine una parte è andata a formare delle collezioni in altri luoghi della Dalmazia e anche all’estero. Le epigrafi di Salona, loc. Hortus Metrodori, provengono dallo scavo di una parte della necropoli ed appartengono all’età imperiale avanzata. Si tratta di una documentazione di grande interesse per lo studio della società di Salona in questo periodo. Tutto il materiale epigrafico in questione è stato schedato e classificato, in parte è già stato pubblicato, mentre la pubblicazione della restante parte è in avanzato stato di preparazione.

Gianfranco Paci