Pollentia-Urbs Salvia: scavi e ricerche nel territorio. La divulgazione scientifica

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Lo studio della colonia romana di Pollentia-Urbs Salviaè stato fin dall’avvio accompagnato da quello del territorio ad essa riferibile che è stato oggetto, dopo lo “scavo” nei fondi d’archivio, di ricognizioni di superficie sistematiche e dello studio di foto aeree realizzate a più riprese nel corso del tempo.

Un’attenzione particolare è stata riservata al sito di Villa Magna, che tra quelli compresi all’interno del territorio certamente rivestiva un ruolo di particolare importanza e nel quale sono stati avviati scavi ed indagini approfondite, tra cui analisi di carattere geofisico.

La fondazione di una città impone infatti necessariamente l’esigenza tecnico-politica di riorganizzare il territorio per la nuova comunità e questo dovette avvenire sia per Pollentia sia, a seguito della sua rifondazione, con il nome di Urbs Salvia. Tale sistemazione avveniva attraverso le predisposizione di un catasto, cioè un sistema di organizzazione dei paesaggi nel quale si regola il rapporto fra città e campagna.

Uno degli elementi portanti dei catasti romani è la centuriazione cioè la delimitazione dei terreni (detta limitatio) in funzione delle assegnazione ai nuovi coloni. I catasti romani però organizzano anche la presenza dei subsecivae, cioè delle aree residuali, l’ager extra clusus, coltivato ma non diviso regolarmente, e le aree in cui non è realizzabile la centuriazione.

Le indagini più recenti hanno consentito di individuare nel territorio due gruppi di centuriazioni: il primo riferibile a Pollentia, colonia la cui fondazione è collocabile nel II sec. a.C. (figura 1); il secondo, ricordato dalle fonti gromatiche “Ager Urbis Saluiensis limitibus maritimis et montanis lege triumuirale, et loca hereditaria eius populus accepit” realizzato in età triumvirale.

Il territorio della città romana era poi caratterizzato dalle presenza di fattorie e di grandi ville. Nel territorio urbisalviense ne sono state riconosciute almeno tre, tra cui anche quella di Villa Magna, insediate ai limiti delle aree divise (figura 2).

L’analisi delle foto aeree, unitamente alle verifiche realizzate grazie a ricognizioni di superficie hanno poi infine consentito di ipotizzare la presenza di un villaggio, un vicus. Lungo le strade, che in parte seguono la morfologie ed in parte delimitano le singole centurie si collocano infine le aree funerarie ed i più importanti monumenti funerari.

Certamente però, raggiunti gli obiettivi scientifici uno dei problemi fondamentali, parlando in particolare di territorio, è quello di riuscire a comunicare tale complessità ed articolazione legata anche al rapporto con la morfologia (figura 3) che è alla base (figura 4) del famoso paesaggio marchigiano (figura 5). Per tale motivo, in collaborazione con la Regione Marche e l’Associazione Museale della Provincia di Macerata, è stato realizzato un Progetto finalizzato, grazie all’uso delle tecnologie ICT, alla predisposizione di un plastico virtuale navigabile, di ampie porzioni del paesaggio archeologico della media valle del fiume Fiastra (figura 6) e della colonia romana di Urbs Salvia, parte di un più articolato progetto di valorizzazione dei beni archeologici del territorio regionale.

Roberto Perna