Attività di ricerca, tutela e valorizzazione a Tifernum Mataurense (S. Angelo in Vado)
print this pageL’Università di Macerata, in sinergia con la Soprintendenza Archeologica delle Marche, la Provincia di Pesaro e Urbino, il Comune di Sant’Angelo in Vado, la Comunità Montana dell’Alta e Media Valle del Metauro, svolge ormai da più di un quindicennio ricerche scientifiche e attività di tutela e valorizzazione nell’area archeologica dell’antico municipium Tifernum Mataurense, oggi Sant’Angelo in Vado (PU) (figura 1).
Il team maceratese, a lungo diretto da E. Catani e oggi guidato da E. Stortoni, ha intrapreso col costante supporto di W. Monacchi sistematiche ricognizioni per lo studio di forme di insediamento, estensione ed antropizzazione dell’agertifernate; annuali campagne di scavo sono state, altresì, organizzate in diversi settori, oggi demanializzati, dell’antica città - Campo della Pieve, via Ghibelline e loc. Colombaro –, per indagini su impianto viario, urbanistico e infrastrutturale, edilizia pubblica e privata (figura 2).
I dati acquisiti hanno permesso di riconoscere tra primo e medio Impero un tessuto urbano a schema ortogonale, di cui rimangono cinque cardini e due decumani, come il cd. cardo maximus in loc. Colombaro, largo ben 6,50 m. Il foro è stato ipoteticamente individuato poco più a Nord. Adiacenti le terme pubbliche, già scoperte dalla Soprintendenza nel 1957-’59 (fig. 3), poi richiuse per ragioni di tutela e quindi riportate alla luce dagli archeologi maceratesi (fig. 4); si distinguono un ampio calidarium, riscaldato col noto sistema dell’hypocaustum su suspensurae e un grande frigidarium con thiasos marino mosaicato (figura 5).
A Campo della Pieve è la cd. domus dei mosaici, rinvenuta dalla Soprintendenza, una delle più sontuose dimore patrizie dell’Italia centrale a 27 vani con pavimenti a mosaico policromo figurato (figura 6).
Per la documentazione ci si è avvalsi della fotografia aerea con droni e di tecniche non distruttive di caratterizzazione. Per lo studio dei reperti metallici è stata impiegata la tecnica di emissione di raggi X indotta da particelle, grazie alla collaborazione con lo Studio d'Ingegneria Rogante, che nell'ambito del programma internazionale CHARISMA ha eseguito le analisi presso il Centro Neutronico di Budapest.
Parallelamente sono stati effettuati interventi di restauro, attività di tirocinio per studenti del nostro e di altri atenei, italiani e stranieri, iniziative per la valorizzazione del sito presso il grande pubblico con i progetti ‘Per un cantiere aperto, ‘Una settimana con l’archeologo’, ‘Il mito tra terra e cielo’.
La considerevole valenza archeologica e ambientale del comprensorio a forte vocazione turistica, infine, ha consentito la realizzazione del Progetto ‘Tifernum Mataurense: antico municipio romano. Museo e Parco Archeologico’ (POR-FESR CRO MARCHE 2007-2013 Asse Prioritario 5, E PU/04) per la sistemazione dell’area archeologica e l’allestimento nel costituendo Museo presso Palazzo Mercuri di sale didattico-sperimentali, con la ricostruzione di spazi di vita e di lavoro del mondo tifernate, come l’industria tessile e le tecniche del mosaico.
Emanuela Stortoni